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Oratorio di San Biagio a Rossate

Seguendo il laterale della parrocchiale di Lavagna ci si inoltra su strada bianca, e dopo un chilometro circa, tra campi e rogge si raggiunge la località di Rossate. 
Desta ancora meraviglia nel viandante occasionale imbattersi nella piccola chiesa di San Biagio, singolare nella sua ubicazione, in un contesto di nucleo rurale quasi sperduto in queste campagne dell’alto lodigiano.
L’intero complesso si può considerare, insomma, una prova generale del Bramante. Le strutture, assolutamente innovative per l’epoca, evidenziano la conoscenza ingegneristica tipica dell’architetto. L’oratorio dedicato a San Biagio (Vescovo di Sebastopoli e martire) presenta una parte inferiore a parallelepipedo con tre absidi e una superiore ottagonale, con un ordine di finestre tonde ed un altro di finestre rettangolari cieche. Lo completa una bassa torre che fa da campanile; tutto il complesso è in cotto e conserva un aspetto di eleganza e di proporzioni classico rinascimentali. L’interno, nei decori e affreschi è andato parzialmente perduto per il tempo d’incuria. Una bella pala d’altare sulla sinistra, raffigurante la Madonna con Bambino tra S. Biagio e S. Carlo (probabile indicazione del passaggio del Cardinale Borromeo in questi luoghi) . Tale singolarità di un originale splendido oratorio in mezzo ai campi, si spiega a fronte della committenza dell’opera, attribuibile all’importante famiglia dei Calchi, proprietaria all’epoca del feudo di Rossate (fine quattrocento) ed esponente di spicco della cerchia sforzesca, una delle tante milanesi che la storia assegna alla diocesi di Lodi. Di fronte all’oratorio, i ruderi dell’antica cascina castellata (Cascina Castello) di Rossate, anch’essa in mattone a vista, che pur nell’attuale stato di abbandono lascia intravvedere la sua passata importanza di CASTRUM: sul piano strutturale, produttivo e difensivo.
Il Restauro - Il recupero s’è articolato in una campagna diagnostica, nel consolidamento strutturale, nell’intervento materico e decorativo nonché nell’adeguamento degli impianti. Lo studio dell’età dei mattoni di San Biagio ha, infine, mostrato come l’oratorio sia stato costruito riutilizzando mattoni di altri edifici. Pratica, peraltro, molto in uso ai tempi. I mattoni vennero recuperati da edifici costruiti nella seconda metà del XII secolo, a metà del XIV secolo e alla fine del XV secolo. Questo significa che a Rossate si investiva costruendo edifici di un certo pregio in almeno tre momenti distinti: dopo la sconfitta del Barbarossa, sotto i Visconti e sotto gli Sforza. Non va assolutamente ritenuto un caso, dunque, se qui venne costruita la chiesa progettata dal Bramante.
Il crocifisso - Il restauro conservativo della chiesa non era, tuttavia, auspicato solo dagli appassionati di arte sacra ma anche dalle migliaia di fedeli che, ogni anno, si recano all’Oratorio per pregare davanti all’antico Crocifisso ligneo custodito all’interno di San Biagio. Esso è considerato uno dei simboli di devozione cristiana più conosciuti del Lodigiano. Il primo documento si ha in una lettera del Vescovo Mons. Ortensio Visconti del 1715, che riassume che da molti anni, in un altare di suddetta chiesa di Rossate vi era costumanza di andare processualmente a cantar messa al suddetto Crocefisso nella domenica immediatamente dopo il giorno di S. Croce. Un altro indizio che avvalora tale devozione è la scoperta di una data incisa in una formella in legno al centro della mensa dell’altare barocco (1693), fatto indubbiamente per custodire il simulacro di Cristo in croce.
Come sia giunto il Crocefisso a Rossate non è documentato: la leggenda popolare tramandata dice che sia giunto e tratto dalle acque della Muzza o Addella, ramo secondario di destra dell’Adda proveniente da Cassano, forse in seguito a qualche incendio o distruzione e per questo, nel tentativo di salvarlo gettarlo in acqua. Si racconta a memoria d’uomo che il 28 aprile del 1934 dopo quattro mesi di siccità, durante una processione penitenziale straordinaria ad invocare la pioggia, si sia prima messo a nevicare per qualche minuto imbiancando il S. Crocefisso, seguita da una pioggia ristoratrice sulla terra riarsa e sui partecipanti stupefatti. L’ultima processione per tale scopo, sollecitata dai tanti agricoltori del vicariato di Paullo è avvenuta nel 1978, mentre la chiesa di Rossate era già inagibile. Il Crocefisso dalla chiesa parrocchiale di Lavagna con gran concorso del popolo ha raggiunto il Canale Muzza giù dal ponte a toccar l’acqua. In tarda serata dello stesso giorno, dopo tre mesi e mezzo è arrivata la pioggia. Di certo un altro miracolo “moderno” sta avvenendo in questo attuale periodo: il recupero strutturale conservativo dell’importante monumento, conseguente alla promessa dovuta dalle imponenti infrastrutture che attraversano questo territorio.

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Oratorio di San Biagio
26833 - Rossate, Comazzo (LO)

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